Spiagge vuote in agosto? “In Riviera si lavora bene solo nel weekend”

Cesena, 8 agosto 2025 – Avanti, c’è posto. Siamo in agosto, nel mese clou dell’estate per eccellenza, eppure le spiagge non registrano certo il tutto esaurito, le camere d’albergo sono disponibili ovunque e c’è la sensazione di una stagione molto sottotono.
Le località balneari soffrono tutte, salvo rare eccezioni, la crisi del turismo è palpabile ed evidente, come i lungomare tutt’altro che affollati e i posti auto che si trovano ovunque.
Dal lunedì al giovedì, come dicono i vecchi, “è un mortorio”, poi il venerdì si vede qualche presenza in più ed il sabato e la domenica si lavora in pieno.
Ci sono delle eccezioni, sono gli operatori turistici che fanno gli stessi numeri dello scorso anno e alcuni anche di più, ma si tratta di quelli che hanno un’alta percentuale di ospiti stranieri, le aziende con uno storico importante e le attività che hanno investito veramente tanto nella promozione.
Per il resto, nella stragrande maggioranza di stabilimenti balneari e strutture ricettive, la flessione è notevole.
Non è un problema di Cesenatico, Gatteo o San Mauro Mare. La crisi è generale e, anzi, ci sono località rivierasche anche vicine, che se la passano peggio.
I clienti puntano il dito sui prezzi in spiaggia e le tariffe delle camere negli hotel, ma balneari e albergatori si difendono. Sicuramente influiscono nel turismo anche le due guerre in Ucraina e in Medio Oriente, così come molte famiglie rinunciano a vacanze medio lunghe ed alcune addirittura anche a vacanze brevi, per la perdita del potere d’acquisto degli stipendi dinanzi ai rincari di beni alimentari e bollette energetiche.
Alfonso Maini, presidente di Adac Federalberghi, l’associazione alla quale sono iscritti oltre 200 delle 300 strutture ricettive di Cesenatico, vede una situazione molto complicata: “Le istituzioni pubbliche ed i privati devono fare una riflessione e affrontare il problema. Noi come Adac lo faremo a breve. Sono anni che sottolineiamo la necessità di riqualificare il turismo in riviera e adesso siamo ad un punto di non ritorno. I politici e le associazioni assieme devono realizzare un progetto di riqualificazione nella destinazione e nel prodotto, quindi le strutture ricettive”.
“Sui rincari di alberghi e bagni al mare, come causa della flessione, non sono d’accordo – argomenta Maini – perché la riviera è una destinazione a costi più contenuti rispetto ad altre zone dell’Italia. Costo della manodopera alto, inflazione, costo della vita lievitato mutui: sono questi i veri problemi. Dobbiamo alzare il livello qualitativo ovunque e la qualità costa. Se vogliamo mantenere il ceto medio e attrarre anche clienti con maggiore disponibilità di spesa, dobbiamo dare qualità e servizi. Il mondo dei turismo è cambiato ed è meno fidelizzato, oggi i nostri ospiti vogliono vedere, conoscere e vivere esperienze appaganti; noi dobbiamo lavorare in questa direzione e non soltanto sul prodotto mare. Le tariffe delle camere sono più o meno le stesse, anzi, l’altro giorno mi è arrivata una newsletter da un imprenditore che vende la settimana di Ferragosto per 2 adulti e 2 bambini a 1.700 euro all inclusive, questi prezzi non si trovano altrove”.
“Alle istituzioni pubbliche – conclude Maini – chiediamo di incentivare aeroporti e infrastrutture, garantire il decoro di strade, marciapiedi e verde. Ma vanno incentivate anche le ristrutturazioni alberghiere e la realizzazione di locali dove divertirsi nel dopo cena. Sul versante della Dmo, dobbiamo cambiare passo, perché è lo strumento che può fare la differenza e consentire di scoprire nuovi mercati all’estero, perché non c’è soltanto la Germania”.
İl Resto Del Carlino